Dino Buzzati nasce il 16 ottobre 1906 a Belluno. Sin dalla giovinezza si manifestano in lui gli interessi, i temi e le passioni del futuro scrittore, ai quali resterà fedele per tutta la vita: la poesia, la musica e il disegno.A soli quattordici anni rimane orfano di padre. Svolti i regolari studi, nei quali si dimostra bravo e diligente, ma nulla più, si reca nella caserma della sua città per svolgere il servizio militare.
Dentro di lui, infatti, prende sempre più corpo il desiderio e il sogno di dedicarsi professionalmente a qualunque mestiere che prevedesse la scrittura. Nel Luglio del 1928, ancor prima di concludere gli studi in legge, entra come praticante al Corriere della Sera. Dopo la laurea, esce "Barnabo delle montagne", che ottiene un buon successo. La stessa sorte, purtroppo, non accade alla sua seconda prova narrativa, "Il segreto del Bosco Vecchio", accolto con sostanziale indifferenza.
Nel gennaio del 1939 consegna il manoscritto del suo capolavoro, del suo libro più amato e conosciuto, quel Il Deserto dei tartari (video-recensione leggi qui) che diverrà un emblema della letteratura del Novecento. Il romanzo è la storia di un giovane militare, Giovanni Drogo, che inizia la propria carriera nella fortezza Bastiani, che sorge isolata ai confini di un immaginario regno e in un'epoca non precisata.
La vita di Drogo simboleggia la vita umana, che è incalzata dal passare del tempo e dalla solitudine.
Nel 1958 escono "Le storie dipinte", presentate in occasione della personale di pittura dello scrittore inaugurata il 21 novembre alla Galleria Re Magi di Milano.
L'8 giugno del 1961 muore la madre e due anni dopo egli scriverà la cronaca interiore di quel funerale nell'elzeviro "I due autisti". Seguono anni di viaggi come inviato del giornale. L'8 dicembre 1966 sposa Almerina Antoniazzi, la donna che, seppure alla lontana e in un'ottica romanzata, gli aveva ispirato il tormentato "Un amore".
Intanto, prosegue in maniera intensa anche la sua attività di pittore ed illustratore, passione sempre sotterranea che non aveva mai abbandonato. Malgrado il suo sostanziale approccio dilettantistico, i suoi dipinti vengono comunque apprezzati dagli estimatori e gli vengono dedicate alcune esposizioni.
E' invece il 1971 quando comincia ad avvertire i sintomi della malattia (un tumore al pancreas, esattamente come il padre) che lo porterà alla morte.
L'8 dicembre Buzzati entra in clinica e si spegne il 28 Gennaio del 1972.
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