lunedì 26 gennaio 2015

Gemme d' arancia


INGREDIENTI per 28 biscotti:
  • 1 arancia
  • 100 gr burro
  • 100 gr zucchero
  • 1 uovo
  • 260 gr farina 00
  • 1/2 bustina lievito per dolci
  • zucchero a velo q.b.
  • zucchero semolato q.b.

PREPARAZIONE:
  1. montare il burro con lo zucchero fino ad ottenere un composto bianco e spumoso, aggiungere la scorza di arancia
  2. aggiungere l'uovo e il succo di mezza arancia
  3. aggiungere farina e lievito setacciati
  4. mettere il composto nella pellicola e farlo riposare in frigo per almeno 2 ore in modo da farlo indurire e renderlo lavorabile
  5. togliere il composto dal frigo e formare delle palline grandi come una noce
  6. passarle prima nello zucchero semolato
  7. poi nello zucchero a velo 
  8. posizionarle ben distanziate e ordinate in una telia da forno
  9. infornare a 180° per 12 minuti
Bye bye Elisabeth.

Steinbeck e il romanzo sociale!


John Steinbeck nasce nel 1902 a Salinas, cittadina rurale della California, figlio del tesoriere della contea di Monterey e di un'insegnante. Cresciuto inizia a scrivere poesie e racconti: a quattordici anni decide che da grande avrebbe fatto lo scrittore. Dal 1919 frequenta corsi di scrittura alla Stanford University, ma i suoi studi vengono spesso interrotti da lavori temporanei e occasionali.Vicino alla laurea John Steinbeck è costretto a rinunciare all'università in maniera definitiva; prova, comunque, a entrare a far parte del mondo letterario, pubblicando poesie, racconti e articoli; nel 1925 prova a trasferirsi a New York, al tempo fulcro della vita intellettuale negli Stati Uniti, ma l'esperienza si conclude già l'anno successivo. Una volta tornato in California lavora come custode di una residenza estiva: tale impiego gli concede molto tempo libero, che gli permette di scrivere il suo primo romanzo, "La santa Rossa" e pubblicarlo pochi giorni prima dal famoso “crollo” di wall street.  Nel 1930 sposa Carol Henning e si trasferisce con lei a Pacific Grove; poco dopo, conosce Edward Ricketts, filosofo e biologo marino che diventerà suo amico e influenzerà il suo modo di pensare. Nel 1932 viene pubblicato il suo secondo romanzo, "I pascoli del cielo"), in cui vengono ritratte le storie di alcune famiglie contadine.Nel 1934 perde la madre; poco dopo diventa orfano anche del padre. In questo periodo incontra Pascal Covici, colui che pubblicherà i suoi libri per il resto della sua vita, e Elizabeth Otis, che invece diventerà la sua agente letteraria e cinematografica. E' in questo contesto che viene edito "Pian della Tortilla", una satira violenta sulla rispettabilità borghese, che cambia la vita di John Steinbeck: i diritti del libro, acquistati da Hollywood per una cifra di 4mila dollari, che regalano un certo benessere allo scrittore.Dopo “Uomini e topi”, scriverà “Furore”, libro che, a dispetto del successo ottenuto, viene attaccato violentemente a livello politico per il ritratto dei conflitti tra proprietari terrieri e lavoratori stagionali, ma anche per un linguaggio volgare e per lo sbilanciamento politico a sinistra. Nonostante le critiche, nel 1940 conquista addirittura il Premio Pulitzer. Nella sua vita conobbe il regista Alfred Hitchcock e il fotoreporter  Robert Capa.Divenuto corrispondente di "Le Figaro", torna a vivere a New York. Dopo aver viaggiato in Europa, facendo tappa tra l'altro a Capri, Dublino, Roma e Firenze, John Steinbeck riceve il Premio Nobel per la Letteratura nel 1962. Muore il 20 dicembre del 1968. Le sue ceneri vengono interrate a Salinas, sua città natale, al Garden of Memories Cemetery.

martedì 13 gennaio 2015

Vanillekipferl


E’ passato un pò di tempo, ma non mi sono dimenticata di voi. Quest’ oggi voglio condividere un’ altra ricetta altoatesina, i buonissimi “Vanillekipferl “ tradotto 
“Cornetti alla vaniglia “. Una ricetta un pò più impegnativa delle altre ma dal risultato garantito. 








Ingredienti:
  • 250 grammi di farina
  • 2 bustine di zucchero vanillato
  • 200 grammi di burro
  • 100 grammi di mandorle
  • 75 grammi di zucchero a velo
  • un pizzico di sale

Per la decorazione.
  • 100 grammi di zucchero semolato
  • 2 stecche di vaniglia

Fate ammorbidire il burro, nel frattempo tritate finemente le mandorle. Mescolate la farina setacciata con lo zucchero a velo, il burro e le mandorle tritate. Ora comincia la parte più difficile.... formate dei cilindri di egual misura per poi ricavarne dei cornetti. 
Consiglio: più piccoli sono meglio è, perchè in forno aumentano di volume!.
Infornate a 175 gradi per 10-15 minuti. 
Per la decorazione tagliate le due stecche di vaniglia a metà e con un cucchiaino togliete i semi e mescolateli nello zucchero. Quando i biscotti saranno pronti, ancora caldi dovrete passarli in questa miscela vanillata e gustarveli !!

Bye bye Elisabeth

domenica 11 gennaio 2015

...nessun deserto di idee a Comacchio

Dino Buzzati nasce il 16 ottobre 1906 a Belluno. Sin dalla giovinezza si manifestano in lui gli interessi, i temi e le passioni del futuro scrittore, ai quali resterà fedele per tutta la vita: la poesia, la musica e il disegno.
A soli quattordici anni rimane orfano di padre. Svolti i regolari studi, nei quali si dimostra bravo e diligente, ma nulla più, si reca nella caserma della sua città per svolgere il servizio militare.
Dentro di lui, infatti, prende sempre più corpo il desiderio e il sogno di dedicarsi professionalmente a qualunque mestiere che prevedesse la scrittura. Nel Luglio del 1928, ancor prima di concludere gli studi in legge, entra come praticante al Corriere della Sera. Dopo la laurea, esce "Barnabo delle montagne", che ottiene un buon successo. La stessa sorte, purtroppo, non accade alla sua seconda prova narrativa, "Il segreto del Bosco Vecchio", accolto con sostanziale indifferenza.
Nel gennaio del 1939 consegna il manoscritto del suo capolavoro, del suo libro più amato e conosciuto, quel Il Deserto dei tartari (video-recensione leggi qui) che diverrà un emblema della letteratura del Novecento. Il romanzo è la storia di un giovane militare, Giovanni Drogo, che inizia la propria carriera nella fortezza Bastiani, che sorge isolata ai confini di un immaginario regno e in un'epoca non precisata.
La vita di Drogo simboleggia la vita umana, che è incalzata dal passare del tempo e dalla solitudine.


Nel 1958 escono "Le storie dipinte", presentate in occasione della personale di pittura dello scrittore inaugurata il 21 novembre alla Galleria Re Magi di Milano.
L'8 giugno del 1961 muore la madre e due anni dopo egli scriverà la cronaca interiore di quel funerale nell'elzeviro "I due autisti". Seguono anni di viaggi come inviato del giornale. L'8 dicembre 1966 sposa Almerina Antoniazzi, la donna che, seppure alla lontana e in un'ottica romanzata, gli aveva ispirato il tormentato "Un amore".
Intanto, prosegue in maniera intensa anche la sua attività di pittore ed illustratore, passione sempre sotterranea che non aveva mai abbandonato. Malgrado il suo sostanziale approccio dilettantistico, i suoi dipinti vengono comunque apprezzati dagli estimatori e gli vengono dedicate alcune esposizioni.
E' invece il 1971 quando comincia ad avvertire i sintomi della malattia (un tumore al pancreas, esattamente come il padre) che lo porterà alla morte.
L'8 dicembre Buzzati entra in clinica e si spegne il 28 Gennaio del 1972.