
Siamo arrivati alla seconda giornata dei “Tè LETTERARI”, dopo il successo avuto con Alberto Moravia ci confronteremo con colei che fu la moglie dell’ autore degli “Indifferenti”. Una vita intensa, non facile, pregna di incontri, interessi e progetti dedicati alla cultura nelle più disparate forme
Nata a Roma nel 1912, Elsa Morante trascorse la sua infanzia nel quartiere popolare di Testaccio. Figlia naturale d'una maestra ebrea Irma Poggibonsi e di un impiegato delle poste (Francesco Lo Monaco, morto suicida nel 1943), alla nascita fu riconosciuta da Augusto Morante, già marito di Irma, e sorvegliante in un istituto di correzione giovanile.
Elsa dimostrò subito una predisposizione per la scrittura tanto che, sin da giovane, si cimentò in racconti e filastrocche per bambini, pubblicate sul mitico “Corriere dei piccoli”. Oggi i ragazzi leggono manga giapponesi e fumetti americani...una differenza io la colgo, ma lascio a voi la riflessione. Scrisse anche per il periodico “Oggi”, tutti i racconti giovanili furono pubblicati in un volume dal titolo “Il gioco segreto”.
Grazie al pittore Capogrossi, nel 1936 Elsa Morante conobbe lo scrittore Alberto Moravia che sposò il 14 aprile 1941, durante il periodo di “confino” imposto dal regime; insieme frequentarono scrittori e uomini di cultura, da Pier Paolo Pasolini (con il quale Elsa rimase a lungo in amicizia), al ferrarese Giorgio Bassani.
Sempre in campo culturale, la Morante si cimentò in progetti dedicati al cinema, collaborando con registi come Lattuada e Zeffirelli. Questi progetti vennero ritenuti poco commerciali quindi mai realizzati, chissà chi decide cosa è e cosa non è “commerciale” (ndr). Anche la sua breve apparizione radiofonica, censurata dalla RAI, sottolinea l’ estrema curiosità della scrittrice per tutte le forme di comunicazione.
Nel 1957 Elsa Morante vinse il Premio Strega con il romanzo “L’ isola di Arturo” e solo quattro anni dopo si separò dal marito Alberto Moravia, in quel periodo la scrittrice aveva avuto una burrascosa relazione con il regista Luchino Visconti e in quei primi anni Sessanta si era legata al pittore newyorkese Bill Morrow (morto suicida nel 1962). Sconvolta dal tragico avvenimento avvenimento, iniziò la stesura di un romanzo che non ebbe mai luce, ma riprese alcuni personaggi in un nuovo progetto editoriale che nel 1974 darà alle stampe con il titolo “La Storia” (qui troverete la “critica” al romanzo di Paolo Pizzato).
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